Dopo Saqquara la nostra gita prosegue alla volta di Menfi, dove però non c’è nulla da vedere se non un piccolo museo all’aperto nel villaggio di Mit Rahina.
L’antica città di Menfi, che per un lungo periodo è stata capitale dell’Egitto, è quasi complet
amente scomparsa a causa dei sistematici depositi di fango che le piene del Nilo portavano con sé. La visita al museo costa 35 LE: niente di imperdibile, a parte un paio di bei reperti conservati al suo interno: una colossale statua di Ramses II messa sdraiata e una grande sfinge in calcite. Dopo questa breve sosta a Menfi ora non ci rimane che dirigerci verso l’altopiano di Giza: saliamo nuovamente sulla macchina di Alì che ci aspetta nel piazzale antistante il museo, dove sono parcheggiati tanti altri taxi e qualche minubus turistico.
Ripercorriamo all’inverso la strada che abbiamo fatto all’andata e abbiamo modo di guardarci nuovamente intorno, osservando con curiosità la vita quotidiana degli abitanti dei paesini che incrociamo: bambini che giocano a rincorrersi,
donne che stendono i panni, case che sembrano prossime ad un crollo eppure abitate da numerose persone, uomini che pescano in un torbido torrente che costeggia la carreggiata, venditori di verdura e frutta che cercano di vendere i loro prodotti a qualche angolo. Dopo circa venti minuti di tragitto ci accorgiamo che le case si infittiscono, i campi coltivati svaniscono e iniziamo a vedere cartelli stradali che indicano da che parte svoltare per raggiungere la Sfinge e le Piramidi.
L’antica città di Menfi, che per un lungo periodo è stata capitale dell’Egitto, è quasi complet
amente scomparsa a causa dei sistematici depositi di fango che le piene del Nilo portavano con sé. La visita al museo costa 35 LE: niente di imperdibile, a parte un paio di bei reperti conservati al suo interno: una colossale statua di Ramses II messa sdraiata e una grande sfinge in calcite. Dopo questa breve sosta a Menfi ora non ci rimane che dirigerci verso l’altopiano di Giza: saliamo nuovamente sulla macchina di Alì che ci aspetta nel piazzale antistante il museo, dove sono parcheggiati tanti altri taxi e qualche minubus turistico.Ripercorriamo all’inverso la strada che abbiamo fatto all’andata e abbiamo modo di guardarci nuovamente intorno, osservando con curiosità la vita quotidiana degli abitanti dei paesini che incrociamo: bambini che giocano a rincorrersi,
donne che stendono i panni, case che sembrano prossime ad un crollo eppure abitate da numerose persone, uomini che pescano in un torbido torrente che costeggia la carreggiata, venditori di verdura e frutta che cercano di vendere i loro prodotti a qualche angolo. Dopo circa venti minuti di tragitto ci accorgiamo che le case si infittiscono, i campi coltivati svaniscono e iniziamo a vedere cartelli stradali che indicano da che parte svoltare per raggiungere la Sfinge e le Piramidi. 
Nessun commento:
Posta un commento